Articolo originariamente pubblicato da La Repubblica.it

Big tech a fine corsa? E’ l’ora di un check-up al portafoglio di Luigi dell’Olio Dalle prossime mosse delle banche centrali alla situazione dei multipli di Borsa, le variabili da considerare nella scelta degli investimenti Ascolta l’articolo 16 Settembre 2024 alle 11:16 3 minuti di lettura.

Dopo le turbolenze di agosto, la prima settimana di settembre è andata in archivio con il segno meno per la maggior parte delle Borse, con gli investitori che evidentemente non vedono grandi spazi di ulteriore rivalutazione nonostante i tagli ai tassi che dovrebbero essere deliberati dalle prossime riunioni della Bce (12 settembre) e della Fed (17 settembre). A zavorrare i mercati sono stati soprattutto i big della tecnologia, vale a dire i motori della crescita recente. Così, alla fine della stagione vacanziera, è il momento di un check-up per i portafogli d’investimento, in modo da capire se e come riequilibrarli in vista dell’autunno, che si annuncia di difficile lettura tra orientamenti delle banche centrali, incognite geopolitiche e indicazioni contradditorie che arrivano dal fronte macro.

Sui mercati si naviga a vista. Una crescita superiore al 150% nel primo semestre, seguita da alti e bassi tra luglio e agosto e da un calo intorno al 18% nell’ultima settimana.

La parabola di Nvidia, la società che più di ogni altra al mondo sembra essere in grado di trarre profitto dal potenziale dell’intelligenza artificiale è indicativa. ‘L’enorme volatilità che sta caratterizzando i titoli delle big tech mostra come si navighi ormai a vista dopo i rialzi consistenti degli ultimi mesi, come se avessero preso coscienza che la musica stia per finire e non volessero rischiare di rimanere in piedi senza sedia’, commenta Thomas Avolio, deputy ceo e principal di Redfish Listing Partners. ‘Fatta questa premessa, a voler adottare la prospettiva di un investitore retail, anche a costo di perdere ulteriori rivalutazioni sui titoli tecnologici, punterei su un approccio più conservativo, complici anche i rischi geopolitici e le indicazioni contradditorie che arrivano dal mercato del lavoro’, aggiunge l’esperto. L’11°rapporto di Itinerari previdenziali.

L’anno d’oro degli investitori istituzionali italiani: ma non sostengono l’economia reale Andrea Greco 05 Settembre 2024. Più spazio alle obbligazioni Avolio, in vista di massicce emissioni obbligazionarie nelle prossime settimane, invita a rafforzare la componente di reddito fisso in portafoglio, ‘considerati i tassi ancora interessanti’. A livello geografico, la sua preferenza va alle emissioni europee, ‘che, a differenza di quelle americane, non incorporano ancora gli tagli ai tassi ufficiali entro fine anno’.

Fatto 100 il patrimonio investito, secondo il manager di Redfish è opportuno investire un quarto del totale in emissioni societarie e altrettanto in titoli governativi, con l’altra metà del portafoglio in azioni, con ampia diversificazione titoli difensivi europei e del lusso, quest’ultimo un settore particolarmente bistrattato in Borsa negli ultimi tempi. Occhio al rischio bolla Più in generale, le quotazioni azionarie sono a livelli elevati rispetto alle medie storiche, come ricorda Jon Bell, gestore di Bny Mellon Global Equity Income Fund. ‘Oltre il 60%dei titoli sui mercati globali presenta un multiplo di 20 volte rispetto agli utili attesi quest’anno, mentre se consideriamo le ‘magnifiche 7′ (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Nvidia, Tesla e Meta, ndr) siamo intorno a quota 30. Si tratta di livelli simili a quelli visti alla fine degli anni Novanta, prima cioè che scoppiasse la bolla delle dot.com’.In questo scenario, per Bell è più opportuno focalizzarsi sui titoli che distribuiscono dividendi superiori alla media, che ‘scambiano a valutazioni scontate del 50-60% rispetto alle medie di mercato. Anche in questo caso, l’ultima volta che abbiamo visto valutazioni così convenienti, è stato alla fine degli anni Novanta’.

Alla luce di queste valutazioni, Bny Mellon non detiene big tech nei suoi portafogli. ‘Sottopesiamo fortemente il settore tech, al quale attribuiamo oggi il peso relativo più basso nella storia del fondo, a beneficio di beni di consumo di base, servizi di pubblica utilità e assistenza sanitaria’, aggiunge Bell. Il quale vede del valore inespresso anche nel settore assicurativo, ‘a fronte di un contesto regolamentare e di una curva dei tassi più favorevole rispetto al passato’. Investimenti, tre portafogli per ripartire dopo un’estate sull’ottovolante Luigi Dell’Olio 29 Agosto 2024 Prospettive di medio termine Maurizio Malvasi, fund analyst di Hedge Invest, invita a evitare scelte affretta. ‘L’intelligenza artificiale non è una tendenza passeggera, ma un’area di innovazione destinata a trasformare profondamente numerosi settori economici nei prossimi decenni e Nvidia detiene una quota di mercato dominante. Chi ha un orizzonte di lungo termine, dunque, potrebbe vedere la volatilità come una cauta opportunità d’acquisto’. Questo a patto di non rinunciare alla diversificazione, con Malvasi che attualmente vede opportunità di rivalutazione soprattutto per i settori difensivi, come utilities e healthcare. ‘Un portafoglio diversificato con volatilità contenuta non dovrebbe eccedere il 30% di esposizione azionaria, di cui 10% riservato alla componente tech’, aggiunge. Il restante 70%potrebbe essere distribuito tra una quota preponderante nel reddito fisso e una piccola esposizione alle materie prime, soprattutto ai metalli industriali.

Thomas Candolo, analista dell’ufficio studi di Copernico Sim, conferma che il calo recente dei giganti tech è dovuto alle prese di profitto, alle quali si somma la rotazione di portafoglio operata da alcuni grandi gestori, che oggi si orientano verso i segmenti con multipli più bassi, in primis l’healthcare.’Detto questo, Nvidia rimane ben posizionata per il futuro, grazie alla sua leadership nel campo dell’intelligenza artificiale’, sottolinea Candolo. Il quale, alla luce delle tante incognite, segnala l’opportuno di puntare su piani di accumulo, che prevedono versamenti periodi a prescindere dall’andamento dei mercati, in modo da sterilizzare il rischio di sbagliare la tempistica dell’investimento. Il tutto a fronte di portafoglio ampiamente diversificati.