Il racconto di Giuseppe De Simone, consulente di Copernico Sim e vincitore dei BLUERATING Awards nel 2022.
Il sentiment dei clienti, tra tensioni geopolitiche e corsa al Btp
Articolo pubblicato originariamente su Bluerating
Le tensioni geopolitiche, la corsa al Btp, il rialzo dei tassi. Ecco tre fattori che hanno condizionato negli ultimi mesi l’industria del risparmio gestito. Come hanno reagito i clienti delle reti? Su questo punto abbiamo raccolto la testimonianza di Giuseppe De Simone, consulente di Copernico SIM e vincitore dei BLUERATING Awards nel 2022
Gli eventi geopolitici sono ancora un fattore preoccupante per gli assetti globali anche nel 2024. C’è attenzione da parte dei clienti a questi fattori?
Le componenti macroeconomiche hanno sicuramente un impatto importante sui portafogli, il ruolo di un buon consulente finanziario è quello di preparare il cliente circa la volatilità dei mercati, riferita anche alle possibili conseguenze degli eventi geopolitici. L’attuale periodo storico, caratterizzato da guerre e aumento dell’inflazione, con conseguente rialzo dei tassi d’interesse è fisiologico che si traduca in una volatilità nei mercati. I conflitti politici e le guerre saranno sempre presenti, sta a noi ad insegnare ai clienti come reagire alle situazioni di mercato che prima o poi potranno stravolgere le aspettative degli investimenti. L’orizzonte temporale è importantissimo negli investimenti. Come dico sempre ai miei clienti: sui mercati vince non chi vuole evitare i rischi ma chi sa gestirli.
Il 2023 ha visto anche una tendenza forte dei clienti verso il risparmio amministrato a svantaggio del risparmio gestito. Ora, visto il cambio di scenario, ci sono mutamenti per questo trend? Qual è la sua esperienza con i clienti?
Tutte le statistiche di settore evidenziano come il risparmio amministrato sia tornato in gran voga con i rialzi dei tassi d’interesse, a maggior ragione dopo tanti anni di tassi bassi o negativi. Ciò che piace al risparmiatore, oltre alla sicurezza delle cedole è anche la scadenza prefissata dei titoli. Con una logica di diversificazione crediamo che una parte del portafoglio sia efficientato utilizzando strumenti a gestione attiva che possono portare a cogliere le opportunità presenti e future del mercato, fattore che il risparmio amministrato non coglie. Per quanto riguarda i miei clienti il gestito rimane una parte “core” del portafoglio e non esclude titoli obbligazionari singoli come il Btp, che come sappiamo fa sempre record di domanda.
Le politiche monetarie sembrano divergere tra la Bce e la Fed. Quest’ultima sembra meno propensa ad abbassare i tassi entro breve, a differenza della Banca Centrale Europea. Tale prospettiva potrebbe rafforzare il dollaro sul mercato dei cambi. Come si stanno comportando i suoi clienti con gli asset in dollari? sono disposti a inserirli nel portafoglio?
Ritengo che le differenze lampanti tra le due economie abbiano portato a linee divergenti sulle strategie in materia di politica monetaria e fiscale. Da qualche tempo, con grande stupore, assistiamo a dichiarazioni di intenti disgiunte tra Fed e Bce, quest’ultima si dichiara pronta ad una prima sforbiciata dei tassi di interesse già a giugno, dimostrando di poter intraprendere delle scelte univoche e non legate alle politiche monetarie americane, nonostante l’ammissione di una grande incertezza dovuta agli sviluppi geopolitici. Al contrario la Fed che dichiara che non esistono al momento le condizioni per un taglio dei tassi, complice un mercato del lavoro solido e un tasso di disoccupazione basso. Tutto ciò ha un’influenza nelle valute da adottare, ma nei portafogli dei miei clienti ho sempre considerato fondamentale l’esposizione alla valuta dollaro che rimarrà comunque una valuta di riferimento mondiale.